Reykjavik

Ho deciso di dedicare un post intero a Reykjavik, se lo merita in fondo. Dopo aver snobbato e saltato questa citta’ durante il mio percorso iniziale, ecco che affronto il ritorno alla civilta’.

Come detto nel post precedente il campeggio e’ caruccio rispetto a quelli incontrati fino a questo momento, ma vi assicuro che dopo piu’ di 10 giorni al freddo e in tenda pensare di avere una mega zona comune dove poter rilassarsi e scrivere, leggere o anche solo caricare il telefono sembra un lusso.

CONSIGLIO: ricercando online come campeggiare vi viene immancabilmente offerta la camping card. Io non l’ho usata, non perche’ non sia conveniente ma perche’… no, per me non e’ stata conveniente. Ci sono solo un paio di campeggi convenzionati e ho preferito essere completamente indipendente senza dovermi organizzare di dover raggiungere per forza un determinato posto per dormire di volta in volta.

Come tutte le citta’ nordiche anche Reykjavik e’ inconfondibile per i colori. Su uno sfondo grigio spiccano i tetti e le case colorate, le strade pedonali un po’ estroverse e l’odore di cibo che invade le strade.
Come girarla? Perdendovi.

Personalmente ho lasciato il primo giorno la macchina al campeggio e sono andata a piedi in centro. Sono 45 minuti ad andare all’incirca. Il biglietto del bus one way costava pero’ 400 corone (4 euro) e non mi sembrava il caso di spendere 8 euro per evitare una passeggiata. Diversamente l’opzione migliore poteva essere parcheggiare la macchina nel parcheggio sotterraneo che c’e’ di fianco al porto (1,5 euro la prima ora e poi 1€ le successive). Facendo tutta la strada a piedi sono arrivata direttamente nel centro, senza passare dal porto, e mi ci sono letteralmente persa. La cittadina si estende su una strada principale (Laugavegur). Consiglio personale, se volete bere qualcosa di caldo non potete non entrare al “The Laundromat Cafe”, ambiente accogliente, libri in vista e tante stampe divertenti alle pareti. Il caffe’ e’ relativamente buono per i canoni nordici! Al piano inferiore hanno addirittura un babyparking dove organizzano per i bambini iscritti varie attivita’ e giochi durante tutto il giorno.

Quello che mi ha affascinato maggiormente e’ stato il quartiere piu’ vecchio della citta’ (il Tjornin). E’ caratterizzata da un laghetto e una zona erbosa dove sedersi (se non ha appena piovuto) o su una delle numerose panchine e guardare le immense nuvole che coprono perennemente l’Islanda.
E’ inoltre il posto ideale dove pensare ai souvenir o guardare semplicemente le vetrine!

Il secondo giorno, volendo dedicare solo la mattinata a Reykjavik, ho deciso di muovermi con la macchina. Come ormai avrete capito, non ho speso i soldi nel parcheggio ma sono andata all’N1 (il distributore di benzina che trovate tra il campeggio e il centro della citta’) e ho parcheggiato direttamente dietro alla stazione. Gratuito, nessun controllo e a 10 minuti dal centro! Mi sono quindi dedicata alla parte del porto facendo la lunga passeggiata e entrando in centro solo piu’ per scrivere e imbucare le cartoline. Anche qua, caffe’ speciale in un posto speciale: Ida Zimsen. Anche in questo caso, si tratta di una caffetteria – bistro all’interno di una libreria. L’ambiente e’ caldo e accogliente e frequentato per lo piu’ da islandesi.

 

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